L’invito riabilita il rapporto e nella sua natura si ritrova l’idea del dono.
L’invito deve essere posto di persona o in una modalità il più corporea e umana possibile.
I luoghi e i perché dell’invito possono essere difficili, suonare contraddittori e bislacchi.
L’invito è la miccia per immaginare qualcosa che ci sarà, la scintilla che inizia a farci pensare a qualcosa che accadrà.
L’invito non finisce nell’evento cui si è stati invitati ma con il pensiero che con esso si scaturisce, con le domande, la curiosità, la voglia di voler partecipare, l’immaginare come sarà.
Nell’invito non pervenuto o non accettato si compie il fascino del non conoscere e del non sapere cosa è accaduto.